Il successo dell’assemblea dell’8 novembre a Firenze: resoconto e risoluzione approvata

RESOCONTO DELL’ASSEMBLEA DELL’8 NOVEMBRE A FIRENZE CONTRO IL JOBS ACT E CONTRO L’ACCORDO VERGOGNA SULLA RAPPRESENTANZA

Sul sito www.coordinamentonoausterity.org tutte le foto dell’assemblea, i saluti internazionali e un contributo contro il maschilismo delle Donne in lotta di No Austerity

Sabato 8 novembre a Firenze circa 120 attivisti sindacali provenienti da tante situazioni di

lotta di tutto il Paese, oltre a studenti, disoccupati, compagne e compagni di tante realtà

politiche e sociali di tutta Italia, si sono riuniti per dire no a Jobs Act, Legge di Stabilità,

accordo della vergogna e leggi razziste.

Erano presenti in sala ed hanno partecipato al dibattito delegati di realtà sindacali territoriali

diverse – Cub, Usi, Si.Cobas, Fiom, sinistra Cgil – uniti nella volontà di costruire un percorso

comune di lotta e resistenza agli attacchi del governo e dei padroni. Un risultato straordinario

e unico nel panorama sindacale italiano, usualmente caratterizzato da una forte

frammentazione.

Un dibattito partecipato e internazionale

Erano seduti al tavolo della presidenza Sandro Bruzzese dell’Usi (unica confederazione

sindacale nazionale che ha aderito, per ora, alla campagna promossa da No Austerity), Ivan

Maddaluni (ferroviere della Cub Trasporti Toscana), Patrizia Cammarata (rsu del Comune di

Vicenza) e Fabiana Stefanoni (del coordinamento nazionale di No Austerity).

Il dibattito – introdotto da una relazione di Ivan Maddaluni e concluso da Fabiana Stefanoni –

è stato molto partecipato, con interventi di delegati delle seguenti realtà: coordinamento No

Austerity, Confederazione sindacale Usi, Flmuniti Cub Parma, rsu Cub Cobas Telecom

Puglia, Allca Cub Bolzano, Si.Cobas Bergamo, Associazione Lavoratori Pinerolesi, Fisac Cgil

Cremona, Cub Toscana, Rsu Bordo 47 Trenitalia, Licenziati politici Esselunga di Pioltello, Il

sindacato è un’altra cosa-opposizione Cgil Cremona, rsa Fiom Ferrari, Cub Sur nazionale,

attivisti Cub Vicenza, Cub Sanità di Salerno e Firenze, Cub Telecom Toscana, operai del

presidio Dielle di Cassina de’ Pecchi, studenti dei collettivi, coordinamento disoccupati

milanesi, Associazione donne immigrate, Donne in lotta di No Austerity, ecc.

Pur non avendo aderito all’assemblea, anche il Si.Cobas nazionale ha portato un contributo

al dibattito con un intervento di Fabio Zerbini.

Molto applaudito l’intervento di Cacau Pereira, responsabile esteri della Csp Conlutas del

Brasile, che ha portato i saluti del suo sindacato e della Rete Sindacale Internazionale di

Solidarietà e di Lotta (a cui aderisce anche il coordinamento No Austerity, insieme con

centinaia di sindacati conflittuali e comitati di lotta di tutto il mondo). Sono stati letti anche i

saluti del sindacato di base francese Solidaires e dei Co.Bas di Spagna, che ci hanno

incoraggiati a proseguire sulla strada dell’unità delle lotte, sia in Italia che su scala

internazionale, ribadendo il loro sostegno alla campagna contro l’accordo della vergogna e

contro il Jobs Act.

Le decisioni dell’assemblea

L’assemblea ha ribadito con fermezza la contrarietà all’accordo vergogna sulla

rappresentanza siglato il 10 gennaio 2014, che intende smantellare qualsiasi libertà

sindacale e agibilità per tutti i sindacati che non accettano di diventare complici dei padroni.

E’ stata discussa e approvata all’unanimità una risoluzione per proseguire unitariamente la

lotta contro Jobs Act, Legge di Stabilità, razzismo e accordo della vergogna, con l’impegno di

tutte le realtà presenti a portarsi solidarietà reciproca: una dimostrazione della volontà di

proseguire con determinazione la battaglia contro queste misure che attaccano frontalmente

il sindacalismo conflittuale e il diritto di sciopero, misure attraverso cui padroni e governo

cercano di indebolire le lotte dei lavoratori.

L’assemblea ha anche fatto appello – sia nella risoluzione votata sia negli interventi dalla

presidenza e della platea – a promuovere e rafforzare lo sciopero generale e sociale del 14

novembre, proclamato dal sindacalismo di base (e dalla Fiom nel Nord Italia), dagli studenti,

dai comitati dei precari e dei disoccupati, dai movimenti di lotta (“strike meeting”): una

giornata fondamentale per rafforzare l’opposizione di classe al governo Renzi.

Sono infine stati votati due ordini del giorno, uno in solidarietà agli operai metalmeccanici

della Embraer di Sao José dos Campos del Brasile, che sono in sciopero a oltranza a difesa

del salario, e uno contro la repressione delle lotte, in solidarietà ai tanti lavoratori che

subiscono la repressione poliziesca, tra cui gli operai dell’Ast e i lavoratori della logistica.

La giornata si è conclusa nell’entusiasmo di tutti i compagni presenti per aver rafforzato un

percorso di unificazione delle lotte, difficile ma imprescindibile per creare i rapporti di forza

necessari per respingere gli attacchi del governo e rafforzare un’alternativa di lotta alla

violenza del sistema capitalistico.

No Austerity – Coordinamento delle Lotte

La risoluzione votata all’unanimità dall’assemblea

Il governo Renzi sta attaccando violentemente il tessuto sociale di questo Paese e tutti i diritti

fondamentali ed universali. Il Jobs Act ridimensionerà ulteriormente l’articolo 18, già

fortemente messo in discussione dalla “riforma Fornero” del governo Monti, con l´appoggio

del Pd e l’avallo delle direzioni dei sindacati collaborativi.

Se il Jobs Act diventa legge, eventuali assunzioni a tempo indeterminato saranno prive di

tutela di legge perché alle aziende sarà concessa la libertà di licenziare senza alcuna

motivazione. Il lavoratore diventerà una merce a uso e consumo del mercato del lavoro.

Gli occupati a tempo indeterminato/determinato non potranno avere nessuna garanzia per il

futuro e ciò genererà solo disoccupazione e sotto-occupazione.

L´art.18, che già è stato riformato dalla Fornero, deve essere ripristinato nella sua versione

iniziale e deve essere esteso a tutti i lavoratori di grandi e piccole aziende.

Ma non è solo l’articolo 18 ad essere messo in discussione col Jobs Act:

* peggiora l’erogazione degli ammortizzatori sociali, a vantaggio delle aziende e a svantaggio

dei lavoratori;

* verrà introdotto un sistema di spionaggio dei lavoratori tramite telecamere;

* le mansioni degli operai potranno essere modificate a piacimento dei padroni;

* le agenzie interinali (alcune gestite dai sindacati collaborativi) riceveranno compensi dallo

Stato;

* è prevista una nuova sperimentazione di un orario minimo applicabile, sul modello delle

cooperative del ministro Poletti;

* viene rivista la legge 104, con un aggravio per lavoratori (che dovranno “scambiarsi”

vicendevolmente delle ore per poter assistere i famigliari).

Parallelamente la Legge di Stabilità prevede più di 4 miliardi di tagli:

* tagli a sanità, trasporti, servizi sociali;

* blocco degli scatti stipendiali per i lavoratori pubblici fino al 2015 (blocco da cui sono esclusi

non a caso solo poliziotti, militari e diplomatici, cioè funzionari del governo);

* aumento dell’iva (e quindi del costo della vita);

* sgravi fiscali ingenti per le imprese;

Il baratto!

* 80 euro di sgravi fiscali in busta paga, forse anche per il prossimo anno 2015 (che non

riguardano, tra l’altro, tutti i lavoratori);

* 80 euro di mini-bonus al mese per le neo-mamme: una presa in giro per le donne

lavoratrici, su cui ricade spesso un doppio lavoro (tanto più di fronte allo smantellamento dei

servizi pubblici come asili, mense, ecc.);

* il Tfr in busta paga, che sono sempre soldi dei lavoratori che il Pd e Renzi fingono di

regalarci, a vantaggio della loro propaganda elettorale.

Intanto

* Aumenteranno o saranno tagliati i servizi, quali: sanità, trasporti, scuola, asili, università, Iva

e tasse comunali, provinciali e regionali.

Razzismo e attacchi agli immigrati

Tutto questo avviene in un quadro di pesanti attacchi ai lavoratori immigrati, con

l’inasprimento di politiche razziste e di esclusione:

* leggi razziste che uccidono i nostri fratelli immigrati (come dimostrano le continui stragi in

mare);

* permanenza dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione), veri e propri lager per gli

immigrati;

* negazione del diritto di cittadinanza agli immigrati e difficoltà nel conseguire il permesso di

soggiorno;

* ricatti sul lavoro, come dimostra lo schiavismo delle cooperative, in particolare nel settore

della logistica, dove la maggioranza degli impiegati sono immigrati e immigrate;

* differente trattamento salariale tra immigrati e nativi.

Per i disoccupati solo miseria

* Aumenta sempre più la disoccupazione: chi ha perso il lavoro o chi non riesce a trovarlo è

costretto a vivere nella miseria, senza alcuna tutela.

* Rivendichiamo un salario minimo garantito per tutti i disoccupati e tutte le disoccupate!

E il dissenso?

* Il dissenso operaio è soffocato con la violenza! Ricordiamo due esempi recenti tra i tanti: gli

operai dell’Ast (violentemente aggrediti dalla polizia) e i lavoratori e le lavoratrici della

logistica (che hanno subito in questi anni una violenta repressione in occasione di scioperi e

picchetti). Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori aggrediti!

* Il disagio sociale è criminalizzato e la marginalizzazione è ignorata!

   L’assemblea respinge il Jobs Act e l’Accordo della Vergogna!

NON ci riconosciamo e siamo culturalmente, idealmente e sindacalmente

distanti da chi li impone e da chi li sottoscrive!

L’accordo della vergogna

Parte centrale dell’attacco del governo e dei padroni è l’accordo vergogna sulla

rappresentanza del 10 gennaio 2014 (siglato da Confindustria, Confcooperative, Cgil, Cisl,

Uil e altri) che tenta di indebolire e cancellare il sindacalismo conflittuale: lo scopo di questo

accordo è quello di eliminare ogni possibile risposta di lotta agli attacchi del governo e dei

padroni, emarginando gli attivisti sindacali combattivi.

L’obiettivo dell´accordo è l’omologazione della democrazia sindacale nelle aziende private,

estendendo il modello “Marchionne”, già in vigore nel gruppo Fiat, a tutte le aziende private.

E’ un accordo liberticida, che cancella i più elementari diritti dei lavoratori a partire dal diritto

di sciopero.

Il Coordinamento No Austerity, le organizzazioni e i singoli attivisti riuniti oggi a Firenze:

* si impegnano a contrastare in maniera unitaria e solidale le vergognose politiche

economiche e del lavoro del governo Renzi;

* si impegnano a continuare la battaglia per i diritti di rappresentanza dei lavoratori, contro il

nuovo vergognoso Testo unico sulla rappresentanza;

* si impegnano a diffondere un vademecum informativo tra i lavoratori sui contenuti

dell’accordo dello Jobs Act e dell´accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 sulla

limitazione dello sciopero e ad organizzare nei prossimi mesi, su tutto il territorio nazionale,

iniziative unitarie di lotta contro l’accordo della vergogna;

* propongono il sostegno ad ogni azione giuridica, politica e sindacale che abbia l´intendo di

contrastare l’accordo sulle rsu/rsa;

* propongono che la lotta contro l’accordo della vergogna sia inserita in tutte le piattaforme

di rivendicazione di ogni vertenza contrattuale ed in ogni azione di sciopero settoriale o

generale;

* fanno appello a sostenere, costruire e rafforzare la giornata di sciopero generale del 14

novembre al fine di costruire una grande mobilitazione fino a respingere Jobs Act, Legge di

Stabilità, accordo della vergogna, leggi razziste.

Firenze, 8 novembre 2014

Per aderire al coordinamento No Austerity scrivere info@coordinamentonoausterity.org

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